
Non vi ho ancora raccontato come è nato il nome KOKU!!
Durante il lockdown ho creato i primi anelli scultura ispirati alle affascinanti maschere utilizzate da numerose e antiche popolazioni …
(probabilmente il mio inconscio mi ha portato fin li come processo di elaborazione di quel difficile periodo!)
il coraggio trasmesso dalla tradizionale maschera Māori con la linguaccia caratteristica della danza Haka


la spiritualità della maschera inuit utilizzata dagli sciamani per intercedere con gli spiriti della natura
la sensazione di protezione delle maschere africane ispirate alle corna degli animali


Ero alla ricerca di antichi rituali e leggende quando ho letto la storia del dio Koku, divinità voodoo venerata e temuta in Africa occidentale.
In un bosco di palme in riva al mare, sul confine tra Togo e Ghana, migliaia di seguaci Vudù si incontrano per una spettacolare manifestazione che dura sette giorni.
Si tratta delle celebrazioni di Kokuzhan in onore della divinità Flimani Koku, un antico dio guerriero che un tempo garantiva protezione e invincibilità in guerra, oggi si pensa che fornisca difese contro la magia nera.


In seguito ho scoperto che il termine KOKU ha uno splendido significato anche in giapponese!
Durante il periodo Edo (1603-1868) veniva usato come unità di misura.
Un koku (石) era la quantità di riso sufficiente a nutrire una persona per un anno, pari a circa 150 chilogrammi.


Koku è anche uno dei brani del repertorio honkyoku più antichi e significa “cielo vuoto”, il monaco Kichiku lo trascrisse dopo averlo ascoltato in sogno.
“V’è un pregare con il Suono”
La scuola Zen Fuke ha origine da un movimento di ex samurai itineranti denominati komusō che vivevano di elemosine suonando il flauto shakuhachi e indossando un cappello fatto di canne che gli oscurava buona parte del volto, questo rappresentava la loro pratica meditativa denominata suizen.
Shikoku invece è una piccola e tranquilla isola del Giappone, nota per i centri termali e un sentiero di pellegrinaggio con 88 templi buddisti.
Letteralmente significa “quattro provincie” (shi = quattro, koku = paesi) … chissà se un giorno riuscirò a tornare in Giappone e visitarla!
(qui trovate un piccolo reportage del mio viaggio in Giappone)


Per ultimo, ma non meno interessante, ho scoperto che KOKU in turco significa profumo (ma che bello!)
Ringrazio ancora quel gentile ragazzo che me l’ha detto fermandosi a chiaccherare con me durante uno street market a Torino…
… sarà sicuramente d’ispirazione per una nuova linea di creazioni KOKU jewels!
